"Dimmi Josè, che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo, dimmi Josè... Grazie Roma che ci fai piangere abbracciati ancora". Grazie Roma, insieme a Roma Roma Roma, l'inno più bello mai scritto per una squadra di calcio, fu composto da Venditti nel 1983 per festeggiare il secondo scudetto giallorosso. A distanza di quasi 40 anni può essere cantata in una versione dedicata a Josè Mourinho, il tecnico che ha riportato una Coppa europea in Italia dopo 12 anni e nella bacheca della Roma 61 anni dopo la Coppa delle Fiere.Quel vecchio trofeo oggi non esiste più. Questa Conference League invece è appena nata e la Roma è il primo club ad alzarla al cielo. Una lunga, fantastica festa giallorossa vissuta in due stadi, quello di Tirana e l'Olimpico aperto per i romanisti che non hanno potuto seguire la squadra in trasferta.Ma le manifestazioni di gioia sono continuate per tutte le strade, le piazze e i vicoli di una Roma tutta giallorossa che aspettava da una vita una Coppa europea, dopo averne sfiorate altre in tutti questi anni.Questa Conference non ha il prestigio della Champions, lo sappiamo, ma ha ugualmente una grande importanza per tutti: per l'Italia, per il club e per la città di Roma. L'Italia ha bucato purtroppo l'appuntamento Mondiale - e Dio sa quanto ci brucia - ma questa Coppa dimostra che l'Europeo vinto questa estate non è stato un caso. Il nostro calcio c'è e torna a vincere anche con un club in Europa. Il nostro movimento non è all'altezza della Premier, non ha club potenti e ricchi come Real o Psg, ma con le idee, il cuore, la voglia, può regalarci gioie, emozioni e vittorie.
Questa Conference non ha il prestigio della Champions, lo sappiamo, ma ha ugualmente una grande importanza per tutti: per l'Italia, per il club e per la città di Roma. L'Italia ha bucato purtroppo l'appuntamento Mondiale - e Dio sa quanto ci brucia - ma questa Coppa dimostra che l'Europeo vinto questa estate non è stato un caso. Il nostro calcio c'è e torna a vincere anche con un club in Europa. Il nostro movimento non è all'altezza della Premier, non ha club potenti e ricchi come Real o Psg, ma con le idee, il cuore, la voglia, può regalarci gioie, emozioni e vittorie.
Il trofeo ha una enorme importanza per il club e per la proprietà americana dei Friedkin. La Roma è la squadra italiana che ha raggiunto in Europa i risultati più importanti negli ultimi quattro anni: una semifinale di Champions nel 2018, una semifinale di Europa League l'anno scorso e adesso questa vittoria. È una vittoria strameritata per la famiglia Friedkin che per prendere la Roma ha speso tanto e continua a immettere una grande quantità di denaro nelle casse della società. Dan e Ryan, padre e figlio, si sono innamorati subito di città, squadra e colori. Non parlano mai, non si conosce neanche la loro voce, ma agiscono in silenzio. E lo fanno bene. Come dimostra la scelta di portare a Roma un giovane e brillante dirigente, il g.m. Tiago Pinto, e l'unico tecnico che poteva raccogliere l'eredità di Totti e De Rossi nei cuori romanisti orfani di simboli. Il calcio è fatto di risultati, certo, ma soprattutto di emozioni, passione, coinvolgimento e senso di appartenenza: a Mou va il grande merito, ancora più della vittoria della coppa (la quinta europea della sua enorme carriera: ha vinto tutte le competizioni), di aver riportato allo stadio un popolo intero. L'amore dei tifosi per la squadra è noto: nelle gioie e nelle delusioni. "La Roma non si discute, si ama", "Chi tifa per la Roma non perde mai", lo sanno, se lo ripetono, se lo tramandano i tifosi giallorossi che si meritavano questa felicità.
Le lacrime di Mourinho a fine partita mostrano come e quanto si sia calato nella realtà romanista. Il suo ciclo è appena cominciato e il prossimo anno la Roma sarà ai nastri di partenza con un altro spessore e convinzione: perché vincere aiuta a vincere. Tutta la squadra ha lottato, ha sofferto, ha vinto con merito. Ma una menzione speciale la meritano in quattro. Pellegrini: che prosegue la tradizione dei capitani romani e romanisti. Zaniolo: è bello che il gol vincente sia arrivato dal giovane di maggiore talento, che mette la sua firma in una stagione di alti e bassi. Abraham: l'acquisto azzeccatissimo che della Roma quest'anno è stato bomber e leader. Spinazzola: aveva festeggiato l'Europeo in stampelle, stavolta ha festeggiato correndo, è lui il primo acquisto del prossimo anno.
Infine la città: tutti sanno quanto Roma in questi anni abbia sofferto tante difficoltà. Nonostante tutto, resta una meraviglia assoluta per gli occhi e i romani, che ieri si sono riversati in centinaia di migliaia per le strade, avevano voglia di gioire e dimenticare i problemi. Speriamo la vittoria sia di buon auspicio per far tornare anche la città a primeggiare, come merita, in tanti altri campi