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L’Argentina mondiale
L’Argentina mondiale
19/12/2022
Qualcuno l'ha già definita la più bella finale nella storia dei Mondiali di calcio. Anche senza sbilanciarsi tanto, Argentina- Francia, vinta per 7 a 5 dai sudamericani dopo i calci di rigore, ha di sicuro squadernato quasi l'intero campionario delle emozioni che una partita di pallone possa regalare. Con il paradosso aggiuntivo che una delle finali migliori di sempre si è svolta in uno dei posti forse peggiori di sempre per disputare un Mondiale, per i motivi che ricorda Aldo Cazzullo (ai quali non è estraneo il Qatargate europeo, sul quale torneremo sotto).
Doveva essere la sfida fra Lionel Messi (ora davvero «come Maradona», forse persino per i tanti napoletani ieri sera in festa con gli argentini) e Kylian Mbappé (che avrà altro tempo per diventare «come Pelé») e lo è stata a un livello che nemmeno i due campioni avrebbero osato pronosticare. Doppietta per il primo, tripletta per il secondo, entrambi a segno anche nei supplementari e poi, di nuovo, nei rigori finali.
Non ci proviamo nemmeno a riassumere in poche righe una partita che, per quasi ottanta minuti, sembrava a senso unico per gli argentini e si è poi trasformata in una delle più straordinarie dimostrazioni sul campo del primo comandamento del calcio: la palla è rotonda.
Sul Corriere di oggi e su Corriere.it trovate servizi, pagelle, interviste, analisi. Tranne quella che noi qui in redazione e probabilmente molti di voi che ci leggete aspettavamo di più: quella di Mario Sconcerti, che ci ha lasciato, all'improvviso, sabato (qui i ricordi di Daniele Dallera, Domenico Calcagno e Tommaso Pellizzari).
Doveva essere la sfida fra Lionel Messi (ora davvero «come Maradona», forse persino per i tanti napoletani ieri sera in festa con gli argentini) e Kylian Mbappé (che avrà altro tempo per diventare «come Pelé») e lo è stata a un livello che nemmeno i due campioni avrebbero osato pronosticare. Doppietta per il primo, tripletta per il secondo, entrambi a segno anche nei supplementari e poi, di nuovo, nei rigori finali.
Non ci proviamo nemmeno a riassumere in poche righe una partita che, per quasi ottanta minuti, sembrava a senso unico per gli argentini e si è poi trasformata in una delle più straordinarie dimostrazioni sul campo del primo comandamento del calcio: la palla è rotonda.
Sul Corriere di oggi e su Corriere.it trovate servizi, pagelle, interviste, analisi. Tranne quella che noi qui in redazione e probabilmente molti di voi che ci leggete aspettavamo di più: quella di Mario Sconcerti, che ci ha lasciato, all'improvviso, sabato (qui i ricordi di Daniele Dallera, Domenico Calcagno e Tommaso Pellizzari).