"Fiera del bebè" da Parigi a Milano: SCOPPIA il caso del "salone" sull'utero in affitto
"Fiera del bebè" da Parigi a Milano: SCOPPIA il caso del "salone" sull'utero in affitto
Attesa in Italia l'iniziativa rivolta agli aspiranti genitori ospitata a Parigi lo scorso week end. Coro di no da più parti. L'assessore all'Educazione e istruzione: "A noi nessuna richiesta". Attesa una presa di posizione del sindaco Giuseppe Sala
Scoppia la polemica intorno alla notizia dell'arrivo in Italia di "Desir d'enfant", il salone sulla procreazione assistita organizzato in Francia, all'Espace Champerret di Parigi il 4 e 5 settembre 2021. L'evento "destinato a tutti coloro - si legge sul sito della manifestazione - che cercano supporto nel loro progetto per diventare genitori e che desiderano saperne di più sulla genitorialità e la fertilità" dovrebbe infatti essere ospitato nel 2022 a Milano. Il condizionale è d'obbligo: la notizia ha generato fin da subito critiche sia a destra che a sinistra. Tra le principali accuse quella di proporre pratiche non ammesse dalle legge italiana, in primis la maternità surrogata e l'utero in affitto.
L'evento a Milano - Il suo nome in italiano è "Un sogno chiamato bebè" e secondo le notizie trapelate dovrebbe tenersi il 15 e il 16 maggio 2022, dopo essere stato posticipato rispetto alla prima data del 20 e 21 novembre. Sul sito della manifestazione si parla di un "evento di informazione, supporto, consulenza e istruzione in Italia, dove saranno presenti i maggiori esperti mondiali di fertilità". Il timore di un'ampia fetta della politica italiana - e soprattutto del mondo cattolico - è quello che si finisca con il proporre ai futuri genitori modalità che rientrano nella cosiddetta "gestazione per altri" (Gpa), non ammessa per legge in Italia, così come Oltralpe.
Il pressing sul sindaco Giuseppe Sala - E così, dopo che il quotidiano "Avvenire" ha rilanciato la notizia, si è alzato tra i politici un polverone di critiche, interrogazioni parlamentari e polemiche affinché l'evento venga cancellato. In molti hanno infatti appoggiato la posizione del quotidiano cattolico che per primo ha parlato di "bambini su misura". Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha presentato un'interrogazione urgente al ministero della Salute. Sempre da Forza Italia Annagrazia Calabria si dice "sconcertata" e Carlo Fidanza parla di "un obbrobrio che va assolutamente fermato".
Intanto, si intensifica il pressing sul sindaco meneghino affinche esprima la sua posizione in merito. A lui si è rivolto Massimo Gandolfini, presidente del Family Day: "Chiediamo al sindaco Sala, agli altri candidati a palazzo Marino e a tutte le autorità competenti di impegnarsi fin da ora per proibire la vergognosa fiera sulla fecondazione artificiale e l'utero in affitto".
"Cataloghi di bambini" - Nell'articolo inchiesta di "Avvenire" si parla di fabbriche di bebè: "un vero e proprio mercato" al miglior offerente - secondo la testata della Cei - dove sarebbe possibile scegliere le caratteristiche dei futuri nascituri. È chiaro - scrive l'inviata da Parigi di "Avvenire" - che se voglio essere sicura che abbia gli occhi marroni come i miei devo spendere un po' di più, ma se mi accontento e corro il rischio che abbia gli occhi azzurri risparmio un bel po' di soldi".
Critiche non solo da destra - La possibile manifestazione non piace nemmeno ai Dem. Eventi come "Desire d'enfant" promuoverebbero secondo Valeria Valente (Pd), presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, "una cultura che rende merce e oggetti gli esseri umani. Siamo ben al di là anche della schiavitù". Non solo parole, anche senatore dem Eugenio Comincini ha criticato l'iniziativa, promettendo: "Presentero' un'interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro competente come sia possibile che l'Italia ospiti una manifestazione palesemente contraria ai principi del nostro ordinamento".
La risposta del Comune di Milano - È arrivata intanto in queste ore una prima risposta dal Comune del capoluogo lombardo. A parlare è l'assessore all'Educazione e Istruzione, Laura Galimberti fa sapere che "al Comune di Milano non è arrivata nessuna richiesta o informazione a riguardo: l'Amministrazione non ha quindi concesso alcuna autorizzazione o patrocinio o altre forme di sostegno all'iniziativa né, al momento, è nelle condizioni di intervenire per vietarlo», ma commenta "da donna e da amministratrice, che una fiera non sia il luogo più adatto ad affrontare temi così delicati di cui si dibatte da diversi anni e non solo sul piano giuridico e che coinvolgono la dignità della donna e del bambino e il momento delicato dell'inizio della vita. Il rischio concreto, invece, è che, come sta già avvenendo in queste ore, la polemica si sostituisca alle esigenze di un dibattito serio e approfondito".