Il venticinquesimo gol stagionale di Lautaro Martinez (eguagliato il record personale) manda l'Inter in finale di Champions. Il 10 giugno Inzaghi sfiderà a Istanbul la vincente di City-Real, ma, in attesa di conoscere il nome dell'avversario, il tecnico di Piacenza e tutto il popolo nerazzurro possono festeggiare il successo anche nell'euro-derby di ritorno: 2-0 all'andata, 1-0 stasera. “Vendicata” l'eliminazione in semifinale del 2002-03 e lo scudetto che Pioli ha strappato al collega ex Lazio la scorsa stagione. Sul verdetto del campo pochi dubbi: l'Inter è più forte e lo dimostra nei 180' centrando l'ottava affermazione di fila, la quarta in un derby in questo 2022-23. Il Diavolo ci prova, ma si vede che è senza forze e con Leao in campo quasi... per onor di firma. Non è lui e i suoi compagni ne risentono. Creano qualcosa nel primo tempo, poi però calano alla distanza e nella ripresa (conclusa senza tiri nello specchio) lasciano campo e gloria ai “cugini”. Per Inzaghi, a lungo messo in discussione in questa annata, è una grande rivincita: nella qualificazione alla finale la sua firma è indelebile. Anche stavolta azzecca tutte le scelte e chiude per l'ottava volta su 12 incontri di Champions con la porta imbattuta. Non avrà la rosa di Guardiola o Ancelotti, ma né Pep né Carletto potranno star tranquilli quando a Istanbul si troveranno di fronte Simone e la sua formazione.
EQUILIBRIO
Inzaghi come previsto sceglie... gli undici di Champions, con Brozovic e Lukaku inizialmente in panchina. Pioli recupera Leao, a sinistra nel terzetto dietro Giroud, con Diaz centrale al posto di Bennacer, e piazza Krunic a fianco di Tonali; a destra sulla trequarti c'è Messias, non Saelemaekers. L'Inter vuole controllare il ritmo e, in fase di non possesso, aspetta gli avversari senza andare a prenderli “alti”: la tattica è attendere la ripartenza da ko, rischiando il meno possibile. Il Milan capisce che troverà campo e costruisce di più: ci vuole Darmian per sventare un pericolo nato da un'uscita così così di Onana che però salva alla grande su conclusione di Brahim Diaz da ottima posizione. La partita diventa subito una corrida perché Turpin lascia correre contatti al limite e i nerazzurri protestano. Il Diavolo accetta l'uno contro uno con Dzeko e Lautaro pur di tenere alto il baricentro e allargare Hernandez come un'ala: Pioli sa che, dopo lo 0-2 dell'andata, deve rischiare e lo fa perché nessuna delle due punte avversarie ha tra le sue caratteristiche migliori la velocità in contropiede.Nel primo quarto d'ora c'è sicuramente più Diavolo, anche se i ritmi non sono altissimi visto che Krunic non è un regista... da Oscar e Leao ha paura ad accelerare, forse non convinto dalle risposte del muscolo da poco guarito. L'Inter è guardinga ed esce dal guscio quando viene trascinata dall'elettricità di Lautaro e Barella che “strappano” appena vedono un corridoio dove infilarsi: Mkhitaryan arriva al tiro da limite, ma spreca l'ottima sponda di Dzeko concludendo alto. E' comunque un segnale che i nerazzurri danno dopo un inizio senza grandi pericoli costruiti. Leao si presenta per la prima volta al 37', con uno slalom dei suoi e un diagonale che finisce di un soffio fuori. Il Meazza interista trattiene il fiato. Gli uomini di Inzaghi rispondono con una punizione di Calhanoglu, deviata di testa da Dzeko: ci vuole un riflesso prodigioso di Maignan per evitare l'1-0. Una manciata di secondi più tardi Lautaro si libera al tiro senza inquadrare lo specchio. Il match resta teso, i contrasti ruvidi e Mkhitaryan finisce per alzare bandiera bianca a causa di un problema al quadricipite della coscia sinistra. Entra Brozovic e va a fare il registra con Calhanoglu che torna mezzala come la scorsa stagione. Dopo 3 minuti di recupero, all'intervallo è 0-0. Recrimina più il Milan che avrebbe avuto bisogno di freddezza da parte di Diaz o Leao per cambiare l'inerzia della doppia sfida.
TORO DECISIVO
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La ripresa inizia senza variazioni tattiche sul tema: Diaz si incolla a Brozovic per ostacolare la costruzione e Dzeko si abbassa spesso per fornire una sponda. L'Inter palleggia per cercare il varco, ma poi si ritrae tutta dietro la linea della palla perché anche le punte danno una mano a chiudere le linee di passaggio su Leao e Diaz. Il Milan così non crea occasioni e Pioli è costretto alla prima mossa per l'infortunio di Thiaw: al suo posto dentro Kalulu. Cambia anche Inzaghi che getta nella mischia l'acclamato Lukaku e Gosens per Dzeko e Dimarco. Acerbi, che di testa le prende tutte, ringhia anche quando si trova uno contro uno contro Leao e poi arriva alla conclusione (ribattuta). Il Milan non ha più la forza per rendersi pericoloso come nel primo round e Lautaro, una spina nel fianco per tutto il match per Tomori, alla fine sfonda: duetto con Lukaku e botta sul palo di Maignan, che non copre bene. Pioli è alle corde e prova il tutto per tutto con Saelemaekers e Origi per Messias e Diaz, ma anche lui sa che il Diavolo è stremato. Maignan evita la doppietta, e il centesimo gol con la maglia nerazzurra, del Toro, ma ormai la qualificazione è decisa: il San Siro interista (75.567 spettatori per un incasso record di oltre 12,5 milioni lordi) canta di gioia. Inzaghi chiude inserendo anche Correa e Gagliardini, pensando alla finale di Coppa Italia, e non rischia niente. Istanbul lo attende. Magari per un'altra notte di gloria. Quella eterna.